"[...] Definizione: Quando alcuni corpi di grandezza eguale o diversa sono premuti da altri corpi circostanti in modo che aderiscano gli uni agli altri, o, se si muovono con velocità eguali o diverse, in modo che si trasmettano a vicenda il loro movimento secondo un rapporto determinato, diremo che quei corpi sono uniti gli uni agli altri e che tutti insieme compongono un solo corpo, o Individuo, che si distingue dagli altri grazie a questa unione, o coesione, di corpi minori [...]" (Spinoza, Etica)"

GLI ANIMALI DI BREMEN, 2000

(cartone, fotocellule, audioregistratori, altoparlanti) 314 x 180 x 90

Un accatastamento di 4 scatole di cartone comune, bucate, con diverse altezze, lunghezze e larghezze. Ognuna emette un suono diverso : il grido del gallo, del gatto, del cane, e dell’asino, facendo riferimento alla famosa storia degli “animali di Brema”. Ogni suono è emesso da ciascun lato di ogni scatola, in modo che quando ci si avvicina si può sentire il gallo schiamazzare, il gatto miagolare, il cane abbaiare, o l’asino ragliare, girando intorno alla struttura. Con la presenza di tanta gente intorno comincia una vera cacofonia, un grido d’insieme di difesa. Ricordatevi la storia di Brema : per fare fuggire i ladri, gli animali creano un mostro, salendo l’uno sull’altro in modo che, con l’ombra dei 4 profili nella notte, mettono paura ai ladri.Tutto passa attraverso l’immaginazione e mi porta al secondo riferimento molto importante del mio lavoro, la storia del “piccolo principe” di St. Exupery. Il piccolo principe chiede all’aviatore di disegnare una pecora. Non sapendo disegnarla, schizza una scatola bucata. Il piccolo principe rimane felicissimo perché “la pecora”é esattamente come la voleva. Quando ero piccola, alla scuola elementare, portavamo animali per studiarli nel corso di scienze, e si mettevano nelle scatole di cartone con dei buchi per farli respirare. C’era sempre la curiosità di questa scatola resa viva, la scatola che respira. Era il mistero delle famose scatole.